In quest’ultimo periodo mi capita di vedere sempre più spesso video e post sui social in cui si afferma con estrema leggerezza che tutti i cani si equivalgono, che non esistono le razze pericolose, che le motivazioni di razza di un cane passano in secondo piano.
Altri video o post invece affermano che il carattere di un cane dipende solo da come viene educato, da come viene gestito.
Tutte queste cose messe assieme possono anche essere vere, ma non tener conto delle motivazioni di razza è folle, oltre che dannoso, soprattutto per chi si approccia per la prima volta a dei cani più impegnativi di altri.
E sì, le razze più pericolose di altre, e gli incroci con esse, esistono e non dipende solo da come i proprietari educano o gestiscono il cane.
Le razze pericolose: facciamo chiarezza
Nel 2006, la allora ministro della sanità Livia Turco stilò un elenco di razze pericolose, quelle il cui rischio di aggressività era più elevato rispetto ad altre razze e incroci derivanti da esse.
L’elenco era stato redatto dopo episodi di aggressività di alcuni dei cani (e degli incroci) riportati dai veterinari delle ASL.
Insomma, sono stati i numeri a far emettere l’elenco, ma non solo; anche le loro motivazioni di razza, la loro gestibilità in contesti urbani, la difficolta nella loro gestione quotidiana.
Nel 2009 però, veterinari, associazioni animaliste e alcuni educatori , hanno gridato allo scandalo:
“le razze pericolose non esistono”.
La protesta verteva sul fatto che la lista equivaleva a mettere alla gogna mediatica, o peggio, certe tipologie di cani e, scusami se mi ripeto ma è molto importante tenerlo a mente, anche i loro incroci.
Per questo, nel 2009, la allora sottosegretaria alla salute Martini rilascia una correzione di quella legge apportandone una modifica sostanziale:
Non esistono le razze pericolose
“come confermato dalla letteratura scientifica non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell’appartenenza ad una razza o ai suoi incroci”.
Introduce però nuove norme:
- se il cane risulta aggressivo, se viene segnalato dalla polizia e dai veterinari di ATS come a rischio di elevata aggressività, deve essere segnalato,
- se dichiarato aggressivo, deve fare un percorso riabilitativo comportamentale, il proprietario è tenuto per legge a fare un’assicurazione.
Quindi: le razze e gli incroci pericolosi non esistono, ma se per caso tu ne hai uno, sei obbligato a seguire una serie di procedure.
Chi stabilisce che tu sei in possesso di un cane pericoloso? Il veterinario, la polizia locale, l’ASL.
Prima di portarti avanti nel mio ragionamento, voglio parlarti ora delle motivazioni di razza.
Le motivazioni di razza: cosa sono
“Con la parola motivazione si indica cosa il cane si aspetta dal mondo e cosa cerca nel mondo. È lo stretto connubio tra due parole dense di significato: bisogno e desiderio” (Elena Garoni, “Piacere di conoscerti”).
Le motivazioni dei cani sono quelle che hanno garantito la loro sopravvivenza, per cui non ci sono motivazioni giuste o sbagliate, ci possono essere motivazioni portate all’eccesso ma di base garantiscono ai cani la loro sopravvivenza.
Alcuni esempi di motivazioni sono :
- motivazione territoriale: il bisogno di salvaguardare la sicurezza dei propri spazi
- motivazione affiliativa: il bisogno di appartenere a un gruppo ristretto come la sua famiglia
- motivazione predatoria: il bisogno di rincorrere esseri (o cose) in movimento per poi mangiarle
- motivazione cinestesica: il bisogno di movimento
- motivazione sociale: il bisogno di entrare in contatto con altri individui, umani e cani, non appartenenti alla propria sfera familiare
Ti faccio un esempio concreto: se hai un pastore guardiano puro, un maremmano ad esempio, sarà difficile che si emozioni rincorrendo una pallina: proprio perché nato per fare guardia alle greggi, il suo istinto predatorio sarà molto basso, mentre la motivazione territoriale più alta.
Se invece hai un mix pastore, magari ex randagio, facilmente le sue motivazioni saranno la territoriale ma anche la predatoria, che gli ha permesso fino a quel momento di procurarsi il cibo e di non morire di fame.
La razza di un cane è importante e, quando un educatore cinofilo fa una valutazione, deve tener conto delle sue motivazioni di razza, della sua genetica e delle esperienze che ha vissuto fino a quel momento.
La comunicazione sui social
Adesso che hai un po’ di informazioni e un po’ di storia sulla vicenda delle razze pericolose, ti racconto cosa sto notando sui social.
Mi è capitato di vedere video di esperti del settore che affermano che
le razze pericolose non esistono.
Vero.
In termini giuridici non esistono, l’elenco delle razze è stato cancellato nel 2009.
Ma è indubbio che esistono certe razze, e incroci derivanti da queste razze, più impegnative di altre.
È verissimo che tutti i cani, di tutte le tipologie, se gestiti male possono fare del male.
Però un maltesino gestito male, ad esempio, può arrivare a mordere; un dogo gestito male può arrivare ad uccidere.
Se non ti ho ancora convinto, passeggia con un cane di piccola taglia sempre arrabbiato col mondo (al guinzaglio ovviamente) e poi prova a fare la stessa cosa con un cane grande o compatto e muscoloso, sempre arrabbiato con il mondo. Secondo me te ne accorgi anche tu che la gestione è diversa perché la tipologia del cane è diversa.
Ma torniamo alla comunicazione sui social.
Come ti dicevo, questi esperti non solo dicono che le le razze pericolose non esistono, ma arrivano alla conclusione: I PIT (ad esempio) SONO DOLCISSIMI, SE SUCCEDE QUALCOSA TUTTA COLPA DEI PROPRIETARI POCO EDUCATI CHE NON SANNO GESTIRLI.
Immaginati i commenti sotto, per nulla moderati da chi afferma queste cose:
-“Anche la mia pit è pazzeska”!
“Io ho un vicino con un barboncino che morde un sacco!”
“Il labrador di mio zio è cattivissimo, la pit di mio fratello un’amoreeeee”.
Seguimi bene, perché non sto dicendo che queste cose non siano vere.
Ma sono spiegate in modo approssimativo e temo non si possa essere superficiali in questi casi.
Credo che sotto ognuno di questi video e questi post sia doveroso mettere dei WARNING grandi come una casa:
“Volete queste razze? Informatevi prima, fate dei corsi preparatori! Prendeteli dagli allevamenti seri, non acquistateli da persone che fanno fare le cucciolate casalinghe! Se non siete super esperti state lontani dai rescue perché non sapete nulla della loro storia! Non fateli venire dal sud perché facilmente sono ex combattenti o sono incroci”
Quando poi qualcuno che ne sa si permette di dire che le informazioni date in questo modo non sono del tutto corrette, la risposta da parte di questi esperti è solitamente “Io so’ io, tu chi sei, ciao ciao”. Un modo per chiudere il dibattito e chi ha posto la domandai si sente anche di aver sbagliato qualcosa. La cosa più importante è che, non essendoci la possibilità di un confronto, l’informazione che passa rimane a metà.
I social sono la nuova enciclopedia alla portata di tutti
Adesso attenzione perché questo passaggio è IMPORTANTISSIMO.
Si sa che ormai le persone prima si rivolgevano a Google per avere informazioni di ogni tipo, adesso si rivolgono ai contenuti divulgativi su Instagram e soprattutto su Tik Tok che ha dichiarato guerra a Google (e francamente con tutti sti balletti è anche più piacevole da seguire).
Cosa succede?
Facciamo finta che io sia una persona che non sa nulla di cani ma ami tantissimo, ad esempio i terrier di tipo bull.
Faccio una ricerca sui social e mi compaiono post o video in cui si parla di questa razza.
Dato che mi piacciono proprio tanto, difficilmente mi soffermerò a guardare quelli in cui si spiega per filo e per segno che sì, sono cani pazzeschi con gli umani di casa, con gli estranei dipende, con i cani, da valutare.
Guardo e leggo invece con interesse tutti quei post in cui si dice che il pitbull in genere, non quello selezionato, puro, con una buona genetica, ma semplicemente il pitbull, chissà com’è che gode di una brutta fama, è dolcissimi!
La questione pitbull
Quindi mi convinco che questa razza è quella che fa per me, che non è vero che è impegnativa; le razze pericolose non esistono, dipende da come sono cresciuti!
Io, che sono sì ignorante in fatto di cani ma sono una brava persona , con tutto l’amore del mondo sarò bravissima a gestirlo e decido di prenderne uno.
Qui mi si aprono due strade: mi rivolgo a un allevamento serio e professionale, quello in cui mi daranno una linea ben selezionata, con una buona genetica, quello in cui un professionista mi spiegherà per filo e per segno cosa devo fare con il mio cane per stare bene entrambi. Prezzo: 2000 € circa.
Ah.
Tutti noi abbiamo un cugino che ci consiglia!
Oppure (seconda strada che mi si presenta): amo questa razza, cerco sui siti di vendita online dove comunque i cani costano meno. Anzi, il nipote del cugino del mio vicino di casa ha fatto fare una cucciolata, prendo lì il mio futuro cane! Anzi! I canili sono pieni di questi cani, ne salvo uno, tanto sono tutti buonissimi, l’hanno detto gli esperti! Anzi! Ho visto quell’annuncio su Facebook dove una signora dice che ha tanti pitbull da salvare, quasi quasi la contatto , prendo un cane di razza buonissimo (l’hanno detto sui social eh!), lo prendo gratis e per di più lo salvo!
Ed ecco che facilmente succederà il patatrac. Non ho detto che per forza dovrà succedere qualcosa di brutto, sto dicendo che è molto, molto facile che succeda.
Sto generalizzando?
No, per due motivi:
- chi generalizza sono le persone che scrivono sui social messaggi di questo tipo, manco fossero loro a vendere dei pitbull o razze impegnative e in qualche modo ci debbano guadagnare dicendo che andrà tutto bene;
- I canili e i rifugi sono pieni di questi cani, non sanno più dove metterli. i tratta di sequestri, rinunce di proprietà causa sfratto o perdita di lavoro, abbandoni, ritrovamenti. e questi cani se entrano in canile difficilmente verranno addottati per la fama che li precede e perché il canile li trasforma. E se un canile è pieno, non c’è più spazio per altri cani, più facilmente adottabili.
Capisci che il problema non è da sottovalutare?
Le razze pericolose e i cani pericolosi esistono e no, non è sempre colpa dei proprietari ma di chi informa male facendo passare per legge quello che dice.
Scoccia usare il termine “razze pericolose” ? E allora chiamiamole impegnative, Paperino o Qui Quo Qua, ma in qualche modo i distinguo devono essere fatti per aiutare i cani stessi e gli esseri umani che si stanno mettendo in gioco prendendone uno.
Devono sapere, devono conoscere per evitare di correre ai ripari dopo.
1 commenti
Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno, brava!
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